Chi diavolo sono?
Backstory
Parafrasando il Busi di “Sodomie in corpo 11” direi che per la scrittura sto facendo quasi di tutto, persino aprirmi un sito web. Chi mi conosce sa che non sopporto la necessità contemporanea di fare personal branding, eppure eccomi qui; scritte in caps lock, verve autoironica, foto in spiaggia, pose alla Lost in Translation…
Se lo faccio è perché devo dirvi una cosa urgentissima: io amo visceralmente le storie. Amo leggerle e guardarle e ascoltarle; amo emozionarmi e ridere a crepapelle, odiare con furore e piangere e sentirmi una persona un pochino diversa quando finisco un libro o un film o una serie. Amo le storie al punto tale che ho preso l’insana decisione di non volerle solo immaginare, ma anche di farne un’ambizione e un mestiere. Scrivo perché inventare mi esalta e mi fa sorridere ed eccitare di fronte alle bianche mura della mia stanza.
Sono bravo in questo mestiere? Non sta a me deciderlo.
Posso dirvi che nel 2020 ho venduto la mia prima sceneggiatura, scritta d’estate, per gioco, insieme ad un amico. “Nastro #01” era un thriller e catturò l’attenzione di Alessandro Haber, che doveva recitare nel ruolo del protagonista. Il film però non fu mai prodotto. Insomma, un’altra storia italiana. Nel frattempo ci fu la pandemia, mi laureai e mi trasferii a Milano per studiare alla scuola di scrittura Belleville. Lì incontrai Francesca Serafini, insegnante fondamentale per la mia formazione, che mi aiutò a capire le mie potenzialità, ma soprattutto le mie lacune.
Ora, dopo aver pubblicato alcuni racconti online (li trovate nella sezione Dicono di me) e investito il giusto tempo nello studio della sceneggiatura, penso sia giunto il momento di promuovere le mie idee e la mia voglia di far cinema.
Prima che vi racconti i miei obiettivi però, e cosa mi piace scrivere, facciamo un piccolo passo indietro.
Mi chiamo Stefano, anche se scrivo sotto lo pseudonimo di Boogie Cucciniello. Sono irpino di origini, come i maestri Scola e Leone, ma vivo a Roma. Se non mi hanno ancora licenziato, potete trovarmi al reparto ludoteca del folle e bellissimo Mercatino dell’usato di Porta Maggiore. Se passate a trovarmi c’è il bar e ci beviamo un bel caffè.
Quando non sono impegnato a strimpellare le chitarre che portano i clienti, faccio tutto ciò che è in mio potere per immaginare e scrivere belle storie. (Ti risparmio la descrizione del processo creativo tanto finché non divento famoso vale quanto un tappo di bottiglia.)
Amo il cinema di Woody Allen, dei Coen, di Jarmusch, di Linklater, di Lynch, di Fellini. Scrivo storie ironiche, che lasciano sempre un po’ di amaro in bocca, storie di giorni spensierati mentre fuori diluvia, e di tragiche giornate di solleone. Penso che bene e male debbano sempre far parte di un racconto, ma che non debbano essere mai riconoscibili, siccome l’uno veste sempre l’altro nella vita.
Ho tante ambizioni per la mia carriera, e ve le scrivo qui, casomai voleste darmi una mano a realizzarne qualcuna:
Vorrei scrivere un film con Corrado Guzzanti protagonista.
Vorrei scrivere un film per Matteo Garrone, Salvatores, Guadagnino, Sydney Sibilia e Brando De Sica.
Vorrei fondare insieme ad altri talenti i Monthy Python italiani.
Vorrei mettere su una bottega per sceneggiatori, un luogo d’incontro dove gli emergenti possano formarsi e mettersi alla prova senza pagare rette.
Vorrei scrivere un lungometraggio per ogni genere cinematografico.
Vorrei fare il gioco del nasino a Paolo Sorrentino.
Ok, ecco tutto. O quasi. Vincere premi mi interessa poco, ad esempio. Vorrei piuttosto fare un bel cinema. Penso infatti che belle storie, grandi sceneggiature, servano a tutti: pubblico e produttori, attori e registi.
Sei d’accordo? E allora che aspetti?